Poiché il mezzo di contrasto è a tutti gli effetti un farmaco, è importante che gli utilizzatori ne conoscano i possibili effetti collaterali. Il più indagato è il potenziale effetto negativo sulla funzione renale, sia per somministrazioni endovenose che intra-arteriose. La nefropatia da contrasto (CIN) è definita come l’incremento transitorio dei valori di creatininemia sierica nelle 48-72 ore successive alla somministrazione del prodotto.
L’incidenza di tale evento varia in modo sensibile a seconda della tipologia di pazienti che si considera, essendo massima in pazienti con sindrome coronarica acuta (SCA) o con associato diabete od insufficienza renale pre-esistente.
L’attuale trattamento delle SCA prevede il ricorso all’angioplastica in una percentuale sempre maggiore. Ciò determina un sensibile incremento della popolazione potenzialmente esposta a complicanze del mezzo di contrasto.
Scopo del corso è quindi analizzare le indicazioni alle procedure contrastografiche e valutare le misure atte a cogliere l’eventuale sviluppo di complicanze; discutere le misure ritenute più efficaci nella prevenzione della nefropatia da contrasto. In questa ottica verranno anche analizzate nel dettaglio le caratteristiche dei vari mezzi di contrasto oggi disponibili, soprattutto in funzione di efficacia e sicurezza.
Verrà inoltre affrontato il problema di particolari sottogruppi di pazienti ad elevato rischio di CIN, quali i pazienti con STEMI sottoposti ad angioplastica primaria, i diabetici ed i pazienti con insufficienza renale.